Spesso, chi parte, parte col sogno di tornare e portare nella propria terra ciò che ha imparato.
Mi sono chiesta come mai molti siciliani si siano trasferiti a Milano, una città piena di possibilità e che non dà tregua. Il siciliano che PARTE è instancabile, vorace, ha fame di tutto. É combattivo, determinato, disponibile a sfidare i marosi e sceglie luoghi in cui la sfida viene raccolta e, spesso, rilanciata. Gli manca il suo mare, ma tra quelle onde sentiva di annaspare.
Qualche volta, un siciliano che RESTA perde la rotta, si confonde. Mentre lo stesso essere umano altrove riguadagna fierezza e combattività. Qualche volta, i siciliani che non tornano si sono sentiti stranieri nella loro terra. NEMO PROPHETA IN PATRIA. Accade spesso che la familiarità con qualcuno ci renda difficile vederne i meriti, leggerne i progressi e le evoluzioni. PER AMARE, QUALCHE VOLTA, BISOGNA PRENDERE LE DISTANZE. Anche quando l'oggetto d'amore, l'altro da me, è la mia terra. Se l’Altro mi guarda, mi vede, io esisto, mi sento amato. Eppure, se è vero che il primo Altro da me sono “Io”, arriva il giorno in cui scopri che lo sguardo amorevole che ti manca davvero, è il tuo. Forse, il fallimento di ogni amore è in quello sguardo su te stesso di cui non sei stato capace. In tutti gli specchi che hai fuggito, o distrutto. Un giorno ti svegli, guardi quello specchio. Trovi la crepa, la ferita, la riga storta, la pagina strappata e capisci che non ti eri cercato mai. Per trovarti, prima di chiedere amore, avevi bisogno di allontanarti da ciò che ami. Per essere guardato davvero dovevi prima guardare, e guardarti, da una giusta distanza.